Sempre più brainrotti
Tung Tung Tung Sahur, Trallallero Trallalà, Ballerina Cappuccina, chi sono gli animali brainrot? Icone del nonsense digitale, sono il riflesso di un linguaggio universale che si basa sempre più sull'assurdo.

In un ecosistema informativo saturo, contrassegnato da bugiardi cronici che uccidono la propria ragazza e si iscrivono a Tinder (vedi il caso di Mark Samson), da babygang che pestano un coetaneo più fragile (successo a Lecce), da Trump che annuncia i dazi e poi li sospende a piacimento, dalle montagne russe dei mercati finanziari, dalla nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e da un'Iran che gioca con l'uranio come fosse pongo... ecco, in mezzo a tutto questo delirio gli animali brainrot sono il cortocircuito: l’assurdo che si mangia il reale.
E il punto è che, a dirla tutta, non ci stiamo capendo più niente. Troppe notizie, troppo veloci, troppo contraddittorie. Il mondo grida, il feed corre, la testa fuma. La risposta? Smettere di cercare un senso, smettere di pensare. Infatti non serve capire un Tung Tung Tung Sahur, basta guardarlo. O meglio: subirlo con piacere.
Questa è la nuova tendenza: ascolto passivo di contenuti facili, ultracomprimibili, loopabili, esteticamente strani, che stimolano solo la nostra dopamina. Il nonsense non ha bisogno di essere decifrato: stupisce e basta. Poi, da quando c'è ChatGPT, chi pensa più! Ogni dubbio ha la sua risposta, facile e prompta.
Ma per chi vuole ancora capire cosa succede...
Che cosa significa brainrot?
Il concetto di “brainrot” significa letteralmente marciume mentale e nasce per descrivere quello stato mentale di rammollimento dovuto all’eccessiva esposizione a contenuti stupidi. È una diagnosi culturale, ma anche uno stile estetico: un’estetica che nasce dallo shitposting, si nutre del linguaggio dei gamer e dell’editing da social media manager sotto acido, e sfocia in un nuovo codice comunicativo che rifiuta la linearità, la coerenza e il senso stesso di “messaggio”.
Gli animali brainrot: creatività o stupidità?
Ormai sono diventati i Pokemon dell'Internet: ci fanno le figurine, i giocattoli, le magliette e, alcuni, si tatuano anche il proprio preferito sul braccio.
La cosa affascinante è che non c’è un autore unico, un team creativo o una casa madre dietro di loro. Gli animali brainrot sono il prodotto di una mente collettiva, un frullato surreale nato da Discord, TikTok, Reddit e, soprattutto, dall'AI. Le community continuano a generarli, a moltiplicarli, a costruirci sopra micro-storie, relazioni incrociate, una sorta di lore frammentata e caotica che sembra uscita da un sogno febbrile. Infatti, riprendono l'estetica del surrealismo, anche se a basso budget e ad alto assorbimento cerebrale. Basta guardare Lirlì Larilà: una sorta di Dalí glitchato.
Uno sforzo di fantasia che può ricordare anche l'apparente nosense del Codex Seraphinianus di Luigi Serafini: un’enciclopedia immaginaria piena di creature surreali, scritta in un alfabeto inventato. Anche lì, la fantasia sembra dominare sul senso, ma il mondo di Serafini è progettato con meticolosa coerenza e maestria.
Negli animali brainrot quella coerenza non c’è. O meglio: è l’incoerenza a diventare coerenza. Una logica del disordine condiviso, una comfort zone dell’assurdo. Una creatività non progettata ma partecipata. Che sia stupidità o genialità, poco importa. È stupida, ma fa ridere, fa parlare, fa vendere.
È l'assurdo che diventa il nuovo linguaggio universale.
E ora... una carrellata di animali brainrot!
1. Tung Tung Tung Sahur

2. Bombardiro Crocodilo

3. Trallallero Trallalà

4. Brr Brr Patapim

5. Bombombini Gusini

6. Ballerina Cappuccina

7. Cappuccino Assassino

8. Frigo Camello Buffo Fardelo

9. Giraffa Celeste

10. La Vacca Saturno Saturnita

11. Lirlì Larilà

12. Schimpanzini Bananini

13. Trippi Troppi Troppa Trippa
