ChatGPT: tra diritti d’autore e diritti umani.
Le AI, come le piante, vanno annaffiate. Hanno bisogno d’acqua per vivere. Più attività svolgono, più si sforzano, più acqua serve. E a volte, un’immagine vale più di mille gocce.

Fino al 26 marzo 2025, se chiedevi a ChatGPT di creare un’immagine ricevevi in risposta un’immagine generata da Dall-E 3. I risultati erano discreti, ma non del tutto soddisfacenti: la qualità era bassa e tutti gli output erano contraddistinti da quella patina di finzione e cattivo gusto tanto cara a certe AI. Inoltre, Dall-E non disponeva di una funzione che permettesse all’utente di modificare un’immagine preesistente.
Dunque, per avere la possibilità di creare delle immagini decenti dovevi ricorrere a Midjourney - un altro prodotto della OpenAI che, attraverso un prompt più tecnico e innumerevoli tentativi, riesce a dare dei risultati più personalizzati. Una distinzione importante per il business plan dell’azienda, che non a caso portava l’utente a sottoscrivere due abbonamenti separati.
Ma oggi, se chiedi a ChatGPT di creare un’immagine lo fa da solo, e lo fa bene. Rispetto alle altre intelligenze artificiali generative di immagini che, come i barbieri, recepiscono la tua richiesta ma alla fine fanno come gli pare, questa sembra essere davvero precisa; anche i limiti soliti nella creazione di immagini con AI sembrano essere acqua passata: ora ChatGPT 4o disegna bene le mani, scrive senza refusi i testi, crea continuità tra volti o immagini e, soprattutto, copia alla perfezione!
Le persone, appena scoperta la sua capacità da falsario, ne hanno subito approfittato per dargli in pasto la propria immagine e farne una versione in tutte le salse: dalle iconiche illustrazioni di GTA 5, passando alle action figure da collezione e finendo, soprattutto, con l’inconfondibile e “inimitabile” stile dello Studio Ghibli.
Dopo che milioni di immagini ghiblizzate hanno invaso il web, è arrivata l’ennesima ondata di indignazione per la violazione dei diritti d’autore - ribadendo come Miyazaki, il pluripremiato animatore di Studio Ghibli, si sia sempre esposto contro l’automatizzazione del lavoro e sempre a favore del vecchio e duro olio di gomito.
Ma mentre tutti parlano di diritti d’autore, nessuno osa parlare di diritti umani. Infatti c’è un dettaglio che passa inosservato… liscio, silenzioso, trasparente. Diciamo come l’acqua. Sì, perché generare un’immagine con l’AI consuma in media da 0,5 a 2 litri d’acqua - usata per raffreddare i server nei data center.
Dal nuovo aggiornamento, solo ChatGPT ha generato oltre 700 milioni di immagini e ne continua a generare milioni ogni giorno. E questa è solo una delle innumerevoli intelligenze artificiali generative e una delle tante funzioni di cui queste dispongono. A voi i conti.
Nel frattempo, nel mondo reale - quello dove l’acqua serve per vivere e non per stupire le persone con la propria action figure - si parla di emergenza climatica, di siccità, di razionamenti d’acqua nel Sud Italia…
Esatto, nel Sud Italia. Non in Africa, non in Afghanistan, non in Iran, o almeno: non solo. Stiamo usando litri su litri d’acqua non per dissetare, non per irrigare, ma per generare un tramonto “alla Miyazaki” - in molti casi senza neanche aver mai visto un suo lavoro.
A furia di cavalcare l’onda stiamo perdendo il mare.
P.S. Stupidologia stessa è un progetto che vive tramite tante immagini e video generati con l'intelligenza artificiale. Il presente articolo non intende degradarne l'utilizzo, ma sensibilizzare ad un utilizzo meno stupido e più consapevole.